«Qui non c’è contrasto fra un mondo vero e un mondo apparente: c’è un solo mondo, e questo è falso, crudele, contraddittorio, seduttore, senza senso... Un mondo siffatto è il mondo vero. Noi abbiamo bisogno di menzogne, per riportare la vittoria su questa realtà, su questa verità, ossia per vivere... Il fatto che la menzogna sia necessaria per vivere fa parte di questo carattere terribile ed enigmatico dell’esistenza...
[...] Che si misconosca il carattere dell’esistenza: è questa la più alta e profonda intenzione, il segreto che sta dietro a ogni virtù, scienza, devozione, mestiere di artista. Molte cose non vederle mai, molte altre vederle falsamente, vederne molte che non sono [...].
[...] L’arte e nient’altro che l’arte! È quella che più rende possibile la vita, la grande seduttrice alla vita, il grande stimolante della vita...
L’arte come unica forza contraria e superiore a ogni volontà di negare la vita, l’anticristiano, l’antibuddistico, l’antinichilista par excellence.
L’arte come la redenzione di chi sa — di colui che vede il carattere terribile ed enigmatico dell’esistenza, di chi vuole vederlo, di chi conosce tragicamente.»
– Friedrich Nietzsche, La volontà di potenza, a cura di Peter Gast e Elisabeth Förster-Nietzsche, Libro III, Principio di una nuova posizione di valori, 853, maggio 1888 (tr. it. di A. Treves e P. Kobau, Bompiani, 1995)