– Søren Kierkegaard, Il concetto dell'angoscia (1844), (citato in Nicola Abbagnano, "Storia della filosofia: La filosofia del Romanticismo. La filosofia tra il secolo XIX e il XX", Unione tipografico-editrice torinese, 1963, p. 189)
«Quando la morte si mostra nel suo vero aspetto, come triste scheletro con la falce, non la guardiamo senza spavento; ma quando essa, per beffarsi degli uomini che si illudono di potersi beffare di lei, si presenta travestita; quando soltanto chi l'osserva vede che quello sconosciuto che affascina tutti colla sua cortesia e trascina tutti nell'esultanza sfrenata del piacere, è la morte, allora lo prende un orrore profondo.»
– Søren Kierkegaard, "Il concetto dell'angoscia" (1844), (in "Le grandi opere filosofiche e teologiche", trad. di Cornelio Fabro, Bompiani, 2013, p. 493)
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«Quando la morte si mostra nel suo vero aspetto, come triste scheletro con la falce, non la guardiamo senza spavento; ma quando essa, per beffarsi degli uomini che si illudono di potersi beffare di lei, si presenta travestita; quando soltanto chi l'osserva vede che quello sconosciuto che affascina tutti colla sua cortesia e trascina tutti nell'esultanza sfrenata del piacere, è la morte, allora lo prende un orrore profondo.»
– Søren Kierkegaard, "Il concetto dell'angoscia" (1844), (in "Le grandi opere filosofiche e teologiche", trad. di Cornelio Fabro, Bompiani, 2013, p. 493)