«che la verità abbia maggior valore dell'apparenza, non è nulla più che un pregiudizio morale; è persino l'ammissione peggio dimostrata che ci sia al mondo. Si voglia dunque confessare a se stessi quanto segue: che non ci sarebbe assolutamente vita, se non sulla base di valutazioni e di illusioni prospettiche; e se si volesse [...] togliere completamente di mezzo il "mondo apparente", ebbene, posto che voi possiate far questo, - anche della vostra "verità", almeno in questo caso, non resterebbe più nulla! Sì, che cosa ci costringe soprattutto ad ammettere che esista una sostanziale antitesi di "vero" e "falso"? Non basta forse riconoscere diversi gradi di illusorietà, nonché, per così dire, ombre e tonalità complessive, più chiare e più oscure, dell'apparenza [...]? Per quale ragione mai il mondo, che in qualche maniera ci concerne, - non potrebbe essere una finzione?»
– Friedrich Nietzsche, Al di là del bene e del male, Af.34 (tr. it. di Ferruccio Masini)