«Sapere, capire nel senso più pieno, significa immergersi in un'illuminazione di inanità, un paesaggio invernale della memoria la cui sostanza è tutta ombre e una profonda consapevolezza degli spazi infiniti che ci circondano su tutti i lati. All'interno di questo spazio rimaniamo sospesi solo con l'aiuto di corde che vibrano con le nostre speranze e i nostri orrori, e che ci tengono penzoloni sull'abisso grigio. Come si può difendere tale farsa, condannare ogni tentativo di liberarci da queste corde? La ragione, si deve supporre, è che nulla è più allettante, nulla di più vitale idiozia, del nostro desiderio di avere un nome - anche se è il nome di uno stupido piccolo burattino - e di aggrapparsi a questo nome per tutto il lungo calvario delle nostre vite come se potessimo rimanervi aggrappati per sempre. Se solo potessimo impedire a quelle preziose corde di sfilacciarsi e aggrovigliarsi, se solo potessimo evitare di cadere nel cielo vuoto, continueremmo a spacciare noi stessi sotto i nostri falsi nomi e perpetuare la nostra danza di burattini per tutta l'eternità.»
– Thomas Ligotti, "In a foreign town, in a foreign land", 1997 (trad. mia)
(«To know, to understand in the fullest sense, is to plunge into an enlightenment of inanity, a wintry landscape of memory whose substance is all shadows and a profound awareness of the infinite spaces surrounding us on all sides. Within this space we remain suspended only with the aid of strings that quiver with our hopes and our horrors, and which keep us dangling over the gray void. How is it that we can defend such puppetry, condemning any efforts to strip us of these strings? The reason, one must suppose, is that nothing is more enticing, nothing more vitally idiotic, than our desire to have a name - even if it is the name of a stupid little puppet - and to hold on to this name throughout the long ordeal of our lives as if we could hold on to it forever. If only we could keep those precious strings from growing frayed and tangled, if only we could keep from falling into an empty sky, we might continue to pass ourselves off under our assumed names and perpetuate our puppet's dance throughout all eternity.»)