«Ma, allora, [...] è ben chiaro il motivo per cui i nostri pensatori accademici sono innocui; [...] essi non incutono terrore, essi non scardinano e di tutto il loro affaccendarsi si potrebbe dire ciò che Diogene, dal canto suo, obiettò una volta che gli si facevano le lodi di un filosofo: "Che cosa mai ha da mostrare di grande, se da tanto tempo pratica la filosofia e non ha ancora turbato nessuno?". Proprio così bisognerebbe scrivere sulla tomba della filosofia delle università: "Non ha mai turbato nessuno". Ma questo è certo più l'elogio di una vecchia comare che di una dea della verità [...].
Ma se le cose nel nostro tempo stanno cosi, la dignità della filosofia è calpestata; sembra che essa sia diventata qualche cosa di ridicolo o di indifferente: sicché a tutti i suoi veri amici incombe il dovere di rendere testimonianza contro questo equivoco o, per lo meno, di dimostrare che soltanto quei falsi servitori e quegli indegni rappresentanti della filosofia sono ridicoli o indifferenti. Ancor più: con l'azione essi dimostrano che l'amore per la verità è qualcosa di terribile e di violento.
Questo e quello dimostrò Schopenhauer: e lo dimostrerà ogni giorno di più.»
– Friedrich Nietzsche, Schopenhauer come educatore, trad. di Mazzino Montinari