New Yorker: The case against civilization (di John Lanchester, 18 settembre 2017)
«Questo impulso egualitario, suggerisce Suzman, è fondamentale per la capacità del cacciatore-raccoglitore di vivere una vita che è, secondo il proprio punto di vista, ricca, ma senza abbondanza, senza eccesso e senza acquisizione competitiva. L'ingrediente segreto sembra essere il proficuo sfruttamento della propensione umana all'invidia.
Come Suzman afferma, "se questo tipo di egualitarismo è una condizione necessaria affinché si arrivi ad abbracciare un mondo post-lavoro, allora sospetto che si tratterà di un'impresa piuttosto ardua".
Abbiamo molto da imparare dal più vecchio ramo ancora esistente dell'umanità, ma ciò non significa che riusciremo a mettere in pratica questa sapienza. Un uso socialmente positivo dell'invidia potrebbe allora rivelarsi una tecnologia utile quasi quanto il fuoco.»
(trad. mia)