«Ho provato, in un silenzio e in una solitudine immensi, in mezzo alla natura, lontano dagli uomini e vicino a me stesso, una sensazione di tumulto infinito [...].
Ho avvertito allora non solo come un uomo possa vivere in certi momenti tutta la misteriosa essenza del destino umano, ma anche come in lui possa concentrarsi l’universalità del mondo, assorbita nelle estasi della solitudine. [...]
E in questo momento di estasi cosmica, di rivelazione metafisica, ho compreso che i fiumi che scaturivano da me erano quelli del mondo, che il mio tremore era il tremore dell’essere, e la mia allucinazione quella dell’esistenza.»
– E.M. Cioran, Al culmine della disperazione (tr. it. di F. Del Fabbro e C. Mantechi, Adelphi, 1998, p. 140)