Micromega-online: L’origine della diseguaglianza. Da Rousseau al Paleolitico (di Cristina Cecchi)
«È contro la legge di natura, comunque vogliamo definirla, [...] che un pugno d’uomini rigurgiti di cose superflue, mentre la moltitudine affamata manca del necessario.»
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«Ma furono i Sumeri (circa 3000-2000 a.C.) – i Sumeri, che da bambini ci insegnavano ad ammirare perché hanno inventato la scrittura, fermando l’infanzia onirica del mondo e dando avvio alla memoria dell’umanità: la storia è davvero la storia degli oppressori – il popolo che in età antica portò al massimo grado di raffinatezza il leviatano della diseguaglianza. I Sumeri per primi privatizzarono la terra; l’aristocrazia ereditaria – i cui figli nutrivano le fila di regnanti, funzionari d’alto livello, sacerdoti e giudici della corte suprema – aveva grandi possedimenti, terre lavorate per loro da gente comune e da schiavi; non c’erano quasi più terre che non fossero private. Il territorio venne diviso in province amministrative, ciascuna con un governatore, una capitale e una gerarchia di città, grandi villaggi e piccoli villaggi. Si perse l’egualitarismo tra unità territoriali – l’eguaglianza non è solo tra umano e umano, ma anche tra unità territoriale e unità territoriale – e vennero l’urbanizzazione e la divisione del lavoro modernamente intese.
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Beninteso: non sono l’agricoltura e la vita stanziale – quindi un passaggio evolutivo di per sé neutro dal punto di vista della diseguaglianza – ad aver incrementato il livello di diseguaglianza nell’umanità e ad aver dato il la a tutti gli sviluppi successivi. L’agricoltura e la possibilità di accumulare sono stati solo il mezzo che (quel che Rousseau chiamava) l’amor proprio di alcuni – agenti umani che si sono battuti per avere maggiori privilegi rispetto ad altri che invece resistevano a questo processo – ha potuto sfruttare per ottenere privilegio sociale, dal quale poi è derivato il resto. E il resto è storia: può essere modificato.»