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Corriere della Sera: Firenze fastosa, litigiosa e istruita Giorno dopo giorno sotto i Medici (di Amedeo Feniello)
«Una città istruita, se è vero quello che riporta il Catasto del 1427, nel quale circa l’80% dei fiorentini adulti risultava capace di dichiarare da sé i propri averi. E sollecita coi poveri, gli ammalati e gli altri bisognosi, coi suoi ospedali, tra cui quello degli Innocenti, sorto nel 1495. Ma che soprattutto aveva vissuto una crescita economica impetuosa, dal Duecento in poi, diventando in primo luogo uno dei maggiori motori economici e finanziari d’Europa — «la capitale del capitale», com’è stata definita con un divertente calembour —, sede privilegiata di una finanza creativa che fa degli strumenti contabili, della ragioneria, della lettera di cambio e delle sue holding il grimaldello per la formazione di grandi fortune, tra cui quella, appunto, dei Medici. E, in secondo luogo, la sede di una vera e propria rivoluzione industriale, in cui il settore tessile si specializza, con la moltiplicazione dei profili professionali — ad esempio nell’arte della lana — dove peraltro era fortissima la presenza di manodopera femminile.
Una città però, all’epoca dei Medici, da un punto di vista sociale più frenata di quanto era stata nel Duecento. Ibernata, come di recente è stato sottolineato. La grande accoglienza migratoria che aveva sfamato la fortissima richiesta di manodopera si era infatti interrotta. Però, se tale stop aveva bloccato le dinamiche demografiche, contribuì alla trasformazione urbanistica ed edilizia fiorentina. Il paradosso di un mondo che andò a passo di gambero, in cui si sostituì a una città caotica e vorticosa un’altra più maestosa, dai rumori incombenti ma meno esuberanti. Di una città opulenta che amava ostentarsi. E ascoltarsi.»