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Le Scienze: Gli antichi popoli delle steppe e la diffusione delle lingue (di redazione)
«Da anni i paleoantropologi si interrogano sulle ragioni del successo delle lingue indoeuropee, chiedendosi se la loro diffusione in tutta l'Europa sia avvenuta attraverso lo spostamento di popolazioni oppure per contagio culturale. L'ipotesi prevalente è che il fattore chiave della diffusione siano state la domesticazione del cavallo e l'invenzione del carro, entrambe realizzate circa 3000 anni fa dalla cultura Yamnaya, composta da popolazioni di pastori che vivevano in Europa orientale e in Asia occidentale.
Secondo alcuni ricercatori nella sua espansione verso est questa popolazione si sarebbe mescolata con quelle locali diffondendo così fino nell'Asia centrale e meridionale la lingua proto-indoeuropea, che si sarebbe poi differenziata, oltre che nelle lingue europee occidentali, nel russo, nel persiano e nell'hindi.
Come si legge nell'articolo pubblicato su "Science", Damgaard, Willerslev e colleghi hanno sequenziato il genoma estratto dai resti di 74 individui vissuti tra 3500 e 1500 anni fa circa nella regione compresa fra l'Anatolia e l'Asia centrale e quello di reperti relativi ai cavalli usati da quelle antiche popolazioni per poi confrontarli con quelli ottenuti da attuali abitanti di quelle regioni e dei cavalli odierni. L'analisi dei dati ha mostrato che già 5500 anni fa erano presenti cavalli domestici in una popolazione di pastori insediata prevalentemente nella regione dell'attuale Kazakistan, i Botai, discendenti direttamente dalle tribù di cacciatori del Paleolitico.
Questi cavalli, tuttavia, a differenza di quelli della cultura Yamnaya, non hanno lasciato discendenti giunti fino a noi, mostrando che nelle due popolazioni il processo di domesticazione è avvenuto in modo indipendente. E non è stata trovata traccia neppure di un flusso genico dagli Yamnaya ai Botai, che in un primo momento sarebbero stati letteralmente scavalcati dall'espansione Yamnaya (diretti ancora più a est) verso i monti Altai, per essere poi scacciati da ulteriori migrazioni.
Gli autori mostrano anche che la più antica lingua indoeuropea conosciuta, l'hittita, non è il risultato di una massiccia migrazione dalla steppa eurasiatica: nei resti di antichi hittiti non vi sono tracce di geni derivati dagli Yamnaya, suggerendo che nel loro caso il contagio linguistico sia avvenuto per via culturale.
Quanto alle tracce di DNA euroasiatico trovato nelle popolazioni dell'Asia centrale e meridionale, anche in questo caso quelle attribuibili agli Yamnaya sono molto scarse.»