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Doppiozero: “2001”: 50 anni, 70 millimetri (di Simone Spoladori)
«Il paradosso di questi sei film, di 2001 in modo particolare [...] è che, benché prodotti in un regime di morbosa supervisione di ogni singolo aspetto, raccontano, come dice Ruggero Eugeni, proprio la “crisi del controllo”, la messa in scacco del primato della ragione nella società Occidentale. Attraverso il più cerebrale razionalismo, Kubrick mette in scena la demistificazione del razionalismo [...].
Un grande film sulla ragione, il racconto di un Nostos sottolineato sin dal riferimento omerico nel titolo. L’uomo realizzatosi nella storia “torna” all’origine della sua evoluzione, nel mito dell’eterno ritorno.»
«L’uomo kubrickiano, soggetto della storia, come dice Eugeni, non è un angelo caduto bensì una bestia elevata sopra le altre, percorsa da istinti animaleschi e irrazionali che più tenta di controllare [...], più si caricano di rabbia esplosiva. Colpisce, a distanza di anni, l’acuta e profonda ironia di Kubrick. Un sorriso beffardo, tutt’altro che bonario accompagna una riflessione che va dalla tibia lanciata dallo scimmione a un ipotetico futuro fatto di violenze sterilizzate. Il progresso è colto nel suo paradossale rapporto con l’aggressività, l’evoluzione è un territorio di nefandezze e di soprusi.»